Benassa è lo storico, coriaceo rappresentante
sindacale dei lavoratori alla Supercavi di Latina-Borgo Piave. La tuta
blu sull'anima, la trattativa nel sangue, era il terrore di ogni
direttore del personale. Tutti i comunicati che emetteva il Consiglio di
fabbrica, li componeva lui di notte. Ed erano poemi. "Mazzate a rotta
di collo sull'Azienda e su tutti i Dirigenti. Come movevano una paglia,
lui li tartassava sopra la bacheca." Sapeva fare solo quello. E solo
quello aveva sempre fatto. Per anni ha guidato le lotte dei compagni,
tra cortei e blocchi stradali, picchetti e occupazioni, conquiste e
delusioni, ma ora che bisogna combattere l'ultima decisiva battaglia
sindacale, la gloriosa azione collettiva per tenere la fabbrica aperta e
sul mercato, Benassa è stanco. Sul punto di mollare. O forse no. Dopo
un'occupazione epica della centrale nucleare di Latina, in due giorni di
febbrile clausura nel sepolcro dello stabilimento, Benassa cerca di
spiegare ai propri compagni le sue ragioni. Perché dopo vent'anni spesi a
lottare per loro sta per cedere alle richieste del capo del personale?
Perché è sul punto di accettare di essere pagato per stare fuori dalla
fabbrica?
Questo è il primo libro di Antonio Pennacchi, vincitore del Premio Strega 2010 con Canale Mussolini. E' il suo romanzo
d'esordio, una grande epopea operaia scritta nel 1987, quando era lui
pure come Benassa operaio in Fulgorcavi, e il suo eccentrico talento
doveva vedersela coi turni di notte alle coniche e alle bicoppiatrici. Sono trascorsi più di vent'anni, e questo romanzo sulla classe operaia e le lotte sindacali assomiglia quasi a un saggio storico. Mammut venne pubblicato solo nel 1994 da Donzelli Editore.
"L'hanno rifiutato 33 editori, per un totale di 56 volte, a dimostrazione
di quanto acuta sia la sensibilità dell'editoria italiana per la
'questione sociale'." Revelli
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