domenica 17 aprile 2011

Palme di Pasqua a Thiene

Domenica 17 Aprile, per festeggiare la ricorrenza delle Palme si terrà a Thiene Palme di Pasqua, l'ormai consueta festa dei prodotti tipici  e tradizionali del periodo pasquale.
Per l'occasione i negozi resteranno aperti tutta la giornata e il centro storico si riempirà di bancarelle dove si potranno gustare e acquistare tante leccornie: dalle uova di cioccolata alle focacce e colombe, ma anche ceramiche, tessuti ricamati e creazioni floreali.
Noi della Libroteca42 saremo presenti in Corso Garibaldi dalle 10.00 alle 19.00 con uno stand di libri dedicati ai soggetti della giornata: la cucina e i fiori. Naturalmente continuano gli sconti della libreria anche in questa giornata eccezionale, per cui tutti i libri saranno scontati del 20%.
Libroteca 42
P.zza Montello, 18 Thiene (VI)
0445 372 196
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sabato 16 aprile 2011

Stasera appuntamento con Enrico Vaime

Vi ricordo l'appuntamento di stasera con Enrico Vaime. Autore televisivo, sceneggiatore, scrittore: Vaime è uno degli autori più prolifici del panorama italiano.
Questa sera alle 20.45 avremo il piacere di conoscerlo in occasione della presentazione dei suoi ultimi libri: il romanzo Era domani, quasi e l'autobiografia Santi, poeti, naviganti, evasori e badanti
L'incontro si terrà presso la Biblioteca civica di Thiene, nella sala superiore al terzo piano. La serata è stata realizzata da Libroteca42 in collaborazione con l'Associazione Culturale Le Colline e la Biblioteca di Thiene.
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mercoledì 13 aprile 2011

Il vino della solitudine

Il vino della solitudine è il più autobiografico e il più personale dei romanzi di Irene Némirovsky: la quale, pochi giorni prima di essere arrestata, stilando l'elenco delle sue opere sul retro del quaderno di Suite francese, accanto a questo titolo scriveva: "Di Irene Némirovsky per Irene Némirovsky". Non sarà difficile, in effetti, riconoscere nella piccola Hélène, che siede a tavola dritta e composta per evitare gli aspri rimproveri della madre, la stessa Irene; e nella bella donna che a cena sfoglia le riviste di moda appena arrivate da Parigi in quella noiosa cittadina dell'impero russo - e trascura una figlia poco amata per il giovane cugino, oggetto invece di una furente passione - quella Fanny Némirovsky che ha fatto dell'infanzia di Irene un deserto senza amore. Hélène detesta la madre con tutte le sue forze, al punto da sostituirne il nome, nelle preghiere serali, con quello dell'amata istitutrice, "con una vaga speranza omicida". Verrà un giorno, però, in cui la madre comincerà a invecchiare, e Hélène avrà diciott'anni: accadrà a Parigi, dove la famiglia si è stabilita dopo la guerra e la rivoluzione di ottobre e la fuga attraverso le vaste pianure gelate della Russia e della Finlandia, durante la quale l'adolescente ha avuto per la prima volta "la consapevolezza del suo potere di donna". Allora sembrerà giunto alfine per lei il momento della vendetta. Ma Hélène non è sua madre - e forse sceglierà una strada diversa: quella di una solitudine "aspra e inebriante". 
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lunedì 11 aprile 2011

La spada del destino

Geralt di Rivia è uno strigo, un assassino di mostri. Ed è il migliore: solo lui può affrontare un basilisco, sopravvivere a un incontro con una sirena, sgominare un'orda di goblin o portare un messaggio alla regina delle driadi, fiere guerriere dei boschi che uccidono chiunque si avventuri nel loro territorio. Geralt però non è un mercenario senza scrupoli, disposto a compiere qualsiasi atrocità dietro adeguato, compenso: al pari dei cavalieri, ha un codice da rispettare. Ecco perché re Niedamir è sorpreso di vederlo tra i cacciatori da lui radunati per eliminare un drago grigio, un essere intoccabile per gli strighi. E, in effetti, Geralt è lì per un motivo ben diverso: ha infatti scoperto che il re ha convocato pure la maga Yennefer, l'unica donna che lui abbia mai amato. Lo strigo sarà dunque obbligato a fare una dolorosa scelta: difendere il drago e perdere Yennefer per sempre, o infrangere il codice degli strighi pur di riconquistare il suo cuore.
Torna Andrzej Sapkowski con il secondo romanzo della serie di Geralt di Rivia, di cui era già stato pubblicato Il guardiano degli innocenti e che ha ispirato il videogioco The Witcher.
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venerdì 8 aprile 2011

La leggenda del morto contento

Da molti anni, da quando era assurto alla carica di delegato di Polizia, Geronzio Manichetta seguiva la stessa norma, valida per tutti gli atti criminosi: se c’era un morto, ormai era morto, inutile stare a rimestare nel torbido.
La mattina del 25 luglio 1843 era uno di quei giorni in cui il mite Lepido, sarto del paese, anziché stare a tavola, osservava le nuvole sul lago. Era un giorno di favonio, il vento di tempesta tipico della zona, un giorno in cui si annunciano i naufragi. Chi avrebbe mai osato sfidare le forze della natura per entrare in acqua mentre si preparava la bufera? Chi erano i due giovani che Lepido vide armare la barca per raggiungere l’altra sponda? I due che lo derisero quando li avvertì che non era la giornata giusta per prendere il largo?
Solo uno scemo l’avrebbe fatto, pensarono tutti quando il cadavere di un giovane, poche ore dopo, venne ripescato dall’acqua. Ma lo pensarono solo per un attimo, perché “lo scemo” in questione era nientemeno che Francesco Gorgia, unico figlio ed erede del più ricco e influente mercante del paese. Come se non bastasse l’unico testimone dell’imbarco, il sarto Lepido, aveva visto due giovani e non uno. Chi era l’altro? Si seppe presto che il disperso, compagno di avventure del rampollo bellanese, era un giovane altrettanto in vista, Emilio Spanzen, figlio dell’ingegnere ferroviario Kaspar Spanzen, amico del governatore autriaco, in visita a Bellano per la progettazione di una nuova importantissima tratta.
Andrea Vitali, senza lasciare i luoghi cari alla sua produzione letteraria, il Lario e i paesi che vi si specchiano, per la prima volta risale all’epoca lontana della dominazione austriaca. La sua ironia questa volta è più amara, è quasi un ghigno, come quello che si può trovare a volte sul viso di un morto suicida, che pure ride, quasi ne fosse contento. 
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mercoledì 6 aprile 2011

Steve Jobs. L'uomo che ha inventato il futuro

"Dovete credere in qualcosa: l’istinto, il destino, la vita, il karma, qualsiasi cosa. Questo approccio non mi ha mai tradito, e ha fatto la differenza nella mia vita." Steve Jobs 
Dalle riunioni con gli sviluppatori ai laboratori di design, dalle prove di forza con il consiglio di amministrazione al mondo fuori dalla Silicon Valley, la storia autentica di un "ragazzo prodigio" che ha trasformato la tecnologia e il mondo in cui viviamo, il nostro modo di lavorare, divertirci e comunicare. Scritto da persona che lo conosce da oltre trent'anni e con interviste esclusive a molti protagonisti della storia della Apple, non è solo un ritratto di Jobs ma anche un'analisi approfondita del suo approccio al business e alla conduzione aziendale. Dalla Apple II al MacIntosh, la drammatica caduta in disgrazia di Jobs e il suo ritorno al timone della Apple, fino alla Pixar, all'iPod, all'iPhone e all'iPad e molto altro: questo libro ripercorre con esempi concreti i trionfi e le battute d'arresto di Jobs, mostrando al lettore come applicare gli stessi principi alla propria vita e carriera. Una biografia che si concentra sull'analisi dello stile di management del capo della Apple, che ha generato ondate di innovazione capaci di rivoluzionare interi settori economici. È difficile immaginare di compiere azioni ormai quotidiane come ascoltare la musica mentre camminiamo per strada, telefonare, goderci un film animato che affascina gli adulti quanto i bambini, o usare un personal computer, senza il coefficiente di genialità che Steve Jobs ha introdotto in questi ambiti.
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lunedì 4 aprile 2011

Incontro con Enrico Vaime


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