Concludo la settimana con un altro libro che parla del Giappone e di una donna molto speciale, anche questo un romanzo ispirato alla storia di una donna vera, o meglio di due donne: l'imperatrice Michiko e la principessa Masako. In Una ragazza comune lo scrittore John Burnham Schwartz prende spunto da vicende reali per narrare la storia della
prima donna non aristocratica a fare il proprio ingresso nella corte imperiale giapponese, dove è accolta con distacco e
diffidenza dall’imperatrice e sorvegliata quotidianamente dalla servitù.
È un giorno di aprile della fine degli anni Cinquanta e l'erede al Trono del Crisantemo e la
giovane Haruko entrano nel tempio sacro di Kashikodokoro. Il principe vi
mette piede per primo, preceduto dal maestro del rituale con la sua
lunga tunica bianca, Haruko
entra per seconda. Tiene lo sguardo fisso avanti, come le hanno detto di
fare. Gli abiti pesano quindici chili, i capelli tre. I piedi si
trascinano a tentoni sotto il sudario di seta del kimono. All’interno
si dirigono verso la stanza segreta in
cui è conservato lo specchio sacro, una delle tre reliquie che
attestano le origini millenarie e leggendarie della dinastia del Sole: con sincronia perfetta i due fanno quattro profondi
inchini, poi il principe estrae una pergamena dalla cintura e declama
un’antica promessa in giapponese arcaico. Tornati nella parte
esterna del santuario bevono alcuni sorsi di sakè da una
scodella di ceramica bianca non smaltata, e Haruko, giovane figlia di
un dirigente d’industria, una ragazza comune, una borghese qualsiasi,
diventa Sua Altezza Imperiale del Giappone, la principessa Haruko.
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