giovedì 31 maggio 2012

Giovanni Falcone un eroe solo

All'accademia Fbi di Quantico, nelle vicinanze di Washington, ci sono due monumenti: uno è dedicato a Thomas Jefferson, il terzo presidente degli Stati Uniti d'America, l'altro al giudice italiano Giovanni Falcone. A volerlo, nel 1994, fu Louis Freeh, amico e collaboratore di Falcone nelle indagini degli anni Ottanta su Cosa Nostra e, all'epoca, direttore dell'Fbi.

A vent'anni dalla strage di Capaci (23 maggio 1992) in cui persero la vita il giudice Giovanni Falcone, sua moglie Francesca e tre uomini della scorta, Maria Falcone dedica il suo lavoro al fratello. In questo libro Giovanni Falcone. Un eroe solo, in cui è affiancata dall'esperta di mafia Francesca Barra, Maria rievoca i momenti salienti della vita del fratello da quando, a tredici anni, gioca a calcio nel campetto dell'oratorio con Paolo Borsellino; all'adolescenza quando frequenta l'accademia navale di Livorno ai primi incarichi come pretore a Lentini. Accanto ai fatti troviamo aneddoti del Falcone privato, un uomo che collezionava piccole papere comprate in giro per il mondo e un amante dello sport.
Nelle parole della sorella Maria appare sempre limpido il profondo amore di Giovanni Falcone per la patria e il suo senso dello stato, sentimenti imparati nel contesto familiare sin dall'infanzia, e poi coltivati negli anni con i fatti, attraverso il lavoro, il rispetto dell'autorità. 

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