venerdì 17 luglio 2009

Il mito della frontiera vive ancora

E' difficile pensare ad un consiglio di viaggio per gli Stati Uniti. Così i tre consigli che seguono riguardano un aspetto credo fondante degli USA. A voi buona lettura e buon viaggio se avete questa meta in mente.
Trilogia della frontiera di C. McCarthy: tre storie di apprendistato e di eterno vagabondare di cavalli e cavalieri, tra deserti di sale, montagne innevate e pianure d'erba alta, attraverso la leggendaria frontiera fra il Texas e il Messico. Con Cavalli selvaggi siamo nel Texas del 1949. Lacerato ogni legame che lo stringeva alla terra e alla famiglia, John Grady Cole sella il cavallo e insieme all'amico Rawlins si mette sull'antica pista che conduce alla frontiera e più in là nel Messico, inseguendo un passato nobile, e forse, mai esistito. In Oltre il confine, quando il destino gli offre l'occasione di passare la frontiera, il giovane Billy Parham compie la sua scelta e dirige il cavallo verso il Messico insieme al fratello Boyd. Billy ha appena catturato una lupa ferita che si stava accanendo sul bestiame della famiglia e ha deciso di non consegnarla al padre, che la ucciderebbe, ma di riportarla sulle montagne messicane per restituirla al suo mondo. Città della pianura inizia dove arrivavano i primi due romanzi. All'inizio degli anni Cinquanta John Grady Cole e Billy Parham lavorano in un ranch tra il Texas e il Messico. Insieme allevano cavalli, ascoltano sotto le stelle i racconti dei vecchi cowboys, si divertono al bar o al bordello. E al bordello John Grady incontra una sedicenne così bella da cambiargli la vita. Così contesa da costringerlo a scontrarsi con il suo protettore-filosofo Eduardo, in un duello allo stesso tempo epico e metafisico.
Tutti i racconti western di E. Leonard: piste polverose che solcano il deserto. Cappelli Stetson calcati sugli occhi. E fucili a canne mozze, canyon, saloon, corral, e ancora sceriffi, cowboy, cavalleggeri. Apache. È questo il mondo che Elmore Leonard esplorò negli anni Cinquanta, fin dal suo esordio con La pista apache: alcuni indiani ribelli e un bianco, Travisin, che per vincerli usa non tanto le armi, quanto l'intelligenza e una lealtà tale da guadagnargli il rispetto anche dei nemici. Sono così, gli eroi di Leonard. Uomini che vincono non solo perché sparano meglio, ma perché combattono con coraggio, pazienza e correttezza. Anche se non sono modelli di virtù - come Rete Given, che in Dietro le sbarre entra in prigione ubriaco e ne esce vicesceriffo dopo aver impedito un'evasione; o perfino se sono destinati a diventare dei farabutti, come Bobby Valdez, che in Buoni e cattivi non riesce a salvare un uomo da una falsa accusa e, da tutore della legge, si trasforma in bandito. Trenta racconti, ambientati in Arizona e New Mexico tra il 1870 e il 1890 che, sulla carta come al cinema, hanno plasmato il genere western.
crimini della fisarmonica di E. A. Proulx: questo attesissimo libro di E. Annie Proulx abbraccia un secolo di storia e di storie e spazia attraverso un intero continente. I crimini della fisarmonica ha inizio nel 1890 in Sicilia; un abile ma poverissimo artigiano costruisce il suo pezzo migliore, una piccola fisarmonica verde, e si prepara a partire con il figlio undicenne per l'America con un sogno, aprire un negozio di strumenti musicali, diventare ricco e farsi raggiungere dall'intera famiglia. Trascorso appena un anno nella violenta New Orleans, l'artigiano viene ucciso da una folla inferocita e razzista che odia gli immigrati italiani. Da quel momento la fisarmonica cambierà per sette volte proprietario - sempre in modo fortuito e rocambolesco - accompagnandoci in altrettante comunità di immigranti ai quattro angoli degli Stati Uniti. Assisteremo così alle alterne fortune dei diretti discendenti di messicani, africani, polacchi, tedeschi, norvegesi, spagnoli in fuga dalla miseria e alla disperata ricerca di una vita dignitosa. Li vedremo cercare di farsi strada nella cultura americana già profondamente razzista, costretti a perdere identità, tradizione, lingua per integrarsi. La musica che riescono a suonare con la piccola e preziosa fisarmonica resta l'ultimo legame con il loro passato e le loro origini, anch'essa destinata a soccombere al nuovo mondo. Un romanzo che affascina e soggioga grazie ai suoi indimenticabili e numerosissimi protagonisti e che al tempo stesso colpisce per la profonda conoscenza che Annie Prouxl riesce a trasmettere delle otto culture che gli immigrati rappresentano.
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