venerdì 3 luglio 2009

Per un voto han fatto le scarpe a Scurati

Lo Strega ha avuto un finale thrilling come non si vedeva da anni, alla fine ha vinto il favorito, come accade spesso, ma le polemiche quest'anno faranno fatica a emergere poichè Tiziano Scarpa con 119 voti ha superato Antonio Scurati di un solo punto. Lo stesso autore vincitore ci tiene a dire che "la differenza l’hanno fatta i due voti collettivi, quello della Dante Alighieri e quello delle scuole, certo non tra quelli manipolabili". Lo sconfitto, forse amareggiato per quel punto, polemizza invece con la scaletta Rai e insinua:"Come avete deciso la scaletta? Perché io parlo per penultimo e Scarpa per ultimo?"
Insomma un colpo alla botte e uno al cerchio come si conviene al più prestigioso premio letterario italiano.
Tiziano Scarpa, Stabat Mater, Einaudi
È notte, l'orfanotrofio è immerso nel sonno. Tutte le ragazze dormono, tranne una. Si chiama Cecilia, ha sedici anni. Di giorno suona il violino in chiesa, dietro la fitta grata che impedisce ai fedeli di vedere il volto delle giovani musiciste. Di notte si sente perduta nel buio fondale della solitudine più assoluta. Ogni notte Cecilia si alza di nascosto e raggiunge il suo posto segreto: scrive alla persona più intima e più lontana, la madre che l'ha abbandonata. La musica per lei è un'abitudine come tante, un opaco ripetersi di note. Dall'alto del poggiolo sospeso in cui si trova relegata a suonare, pensa "Io non sono affatto sicura che la musica si innalzi, che si elevi. Io credo che la musica cada. Noi la versiamo sulle teste di chi viene ad ascoltarci". Così passa la vita all'Ospedale della Pietà di Venezia, dove le giovani orfane scoprono le sconfinate possibilità dell'arte eppure vivono rinchiuse, strette entro i limiti del decoro e della rigida suddivisione dei ruoli. Ma un giorno le cose cominciano a cambiare, prima impercettibilmente, poi con forza sempre più incontenibile, quando arriva un nuovo compositore e insegnante di violino. È un giovane sacerdote, ha il naso grosso e i capelli colore del rame. Si chiama Antonio Vivaldi. Grazie al rapporto conflittuale con la sua musica, Cecilia troverà una sua strada nella vita, compiendo un gesto inaspettato di autonomia e insubordinazione.
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