mercoledì 17 febbraio 2010

Libera scienza in libero stato

Margherita Hack, astrofisica già docente all'università di Trieste e membro dell'Accademia Nazionale dei Lincei, si rifà alla famosa frase di Cavour per intitolare il suo ultimo libro.

È ormai riconosciuto il collegamento fra la ricerca scientifica e la crescita economica di un paese: l'università, senza ricerca, non avrebbe senso; l'industria di innovazione tecnologica, senza ricerca, non potrebbe esistere. Perché allora la ricerca scientifica è così bistrattata in Italia?

Margherita Hack parte da queste premesse per addentrarsi nel mondo della ricerca scientifica in Italia, alla scoperta delle tante motivazioni che spingono i “cervelli italiani” a cercare (e ottenere) lavoro, fondi e riconoscimenti all'estero. Quali sono dunque le cause dello sfacelo?

Dai baroni delle università italiane, alla mancanza di fondi e investimenti privati, alle interferenze della chiesa, questo libro propone dati e non solo: l'esperienza diretta delle persone che ogni giorno affrontano il mondo precario della scienza.

A partire dal cattivo insegnamento delle scienze nelle scuole superiori, al poco successo delle facoltà scientifiche universitarie, per finire nel baratro della ricerca a livello privato: un viaggio cinico e impietoso che mette a nudo i pregi e i (molti) difetti della ricerca scientifica in Italia.


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