martedì 23 febbraio 2010

Storia di un giudice. Nel far west della 'ndrangheta


Alla fine degli anni '90 il giovane magistrato Francesco Cascini viene assegnato alla Procura di Locri: è il suo primo incarico dopo la nomina, l'ultimo posto disponibile nella graduatoria. Spaventato e pieno di dubbi, ma anche determinato e carico di buone intenzioni, si ritrova a dover applicare la legge in un territorio controllato dalla 'ndrangheta. Frustrazione e insuccessi fanno venir voglia di andarsene prima possibile, ma il crescente amore per quella terra e la sua gente e il senso stesso della missione di magistrato impongono di rimanere, e provare ancora. Questo racconto è il ritratto di un Paese pieno di paradossi. Nei territori più delicati e complessi i magistrati sono sempre "di passaggio", e far entrare i fenomeni illegali nei binari di un processo per perseguire reati e responsabilità è spesso un'impresa eroica, talvolta considerata folle o sciocca dagli stessi colleghi. A Locri un giudice sembra destinato a perdere. Ma lo sguardo di Cascini su questo mondo feroce e contraddittorio è anche lo sguardo di chi crede che la legge sia ancora l'unico, necessario spiraglio.

Francesco Cascini, ora in servizio presso il Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria, ripercorre in questo saggio/autobiografia i primi anni dopo la nomina a magistrato. Fra gli ultimi della graduatoria "sceglie" la Procura di Locri, caposaldo di alcuni fra i più violenti clan dell'andrangheta, dove anche un caffè può essere pericoloso, se lo bevi al bar "sbagliato".

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