Walter e Patty erano arrivati a Ramsey Hill
come i giovani pionieri di una nuova borghesia urbana: colti, educati,
progressisti, benestanti e adeguatamente simpatici. Fuggivano dalla
generazione dei padri e dai loro quartieri residenziali, dalle nevrosi e
dalle scelte sbagliate in mezzo a cui erano cresciuti: Ramsey Hill (pur
con certe residue sacche di resistenza rappresentate, ai loro occhi,
dai vicini poveri, volgari e conservatori) era per i Berglund una
frontiera da colonizzare, la possibilità di rinnovare quel mito
dell'America come terra di libertà "dove un figlio poteva ancora
sentirsi speciale". Avevano dimenticato però che "niente disturba questa
sensazione quanto la presenza di altri esseri umani che si sentono
speciali". E infatti qualcosa dev'essere andato storto se, dopo qualche
anno, scopriamo che Joey, il figlio sedicenne, è andato a vivere con la
sua ragazza a casa degli odiati vicini, Patty è un po' troppo spesso in
compagnia di Richard Katz, amico di infanzia del marito e musicista
rock, mentre Walter, il timido e gentile devoto della raccolta
differenziata e del cibo a impatto zero, viene bollato dai giornali come
"arrogante, tirannico ed eticamente compromesso". Siamo negli anni
Duemila, anni in cui negli Stati Uniti (e non solo...) la libertà è
stata come non mai il campo di battaglia e la posta in gioco di uno
scontro il cui fronte attraversa tanto il dibattito pubblico quanto le
vite delle famiglie.
Di cosa parliamo quando parliamo di libertà?
Libertà è essere padroni della propria vita, poter esprimere se stessi e le proprie aspirazioni. Fare fortuna, costruirsi una famiglia, avere una bella casa con il prato. Pagare meno tasse possibile, girare armati, comprarsi il SUV. Poter scegliere prodotti biologici, provenienti da agricoltura integrata, a ridotto impatto ambientale: riciclare, studiare risorse energetiche alternative, impegnarsi per uno sviluppo sostenibile. Essere giusti, integri, corretti verso il prossimo, senza deviare dalla via maestra. Oppure, essere liberi di scegliere di rovinarsi nel modo che si preferisce. Scegliere di essere perdenti, di farsi travolgere dall’alienazione e sprofondare nella depressione. Jonathan Franzen ci pone di fronte ad alcuni degli interrogativi dell'America di oggi, in un romanzo che si legge tutto d'un fiato.
Libroteca 42Libertà è essere padroni della propria vita, poter esprimere se stessi e le proprie aspirazioni. Fare fortuna, costruirsi una famiglia, avere una bella casa con il prato. Pagare meno tasse possibile, girare armati, comprarsi il SUV. Poter scegliere prodotti biologici, provenienti da agricoltura integrata, a ridotto impatto ambientale: riciclare, studiare risorse energetiche alternative, impegnarsi per uno sviluppo sostenibile. Essere giusti, integri, corretti verso il prossimo, senza deviare dalla via maestra. Oppure, essere liberi di scegliere di rovinarsi nel modo che si preferisce. Scegliere di essere perdenti, di farsi travolgere dall’alienazione e sprofondare nella depressione. Jonathan Franzen ci pone di fronte ad alcuni degli interrogativi dell'America di oggi, in un romanzo che si legge tutto d'un fiato.
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