"Ditemi se le devo ancora insegnare queste
cose o no. Forse, se i ragazzi non sanno più l'italiano, vuol dire che
la scuola non ha più ritenuto che fosse il caso di insegnare l'italiano.
Forse tutti in Italia (o meglio, in Europa) hanno deciso questo: che
non è più utile insegnare la propria lingua, e si sono dimenticati di
dirlo anche a me, e allora io sono l'ultima a fare una cosa che non
interessa più nessuno, e quindi è bene che smetta. Questo libro è una
battaglia, perché la cultura non abbandoni la nostra vita e prima di
ogni altro luogo la nostra scuola, rendendo il futuro di tutti noi un
deserto. È anche un atto di accusa alla mia generazione, che ha compiuto
alcune scelte disastrose e non manifesta oggi il minimo pentimento.
Infine, è la mia personale preghiera ai giovani, perché scelgano loro,
in prima persona, la vita che vorranno, ignorando ogni pressione,
sociale e soprattutto familiare. E perché, in un mondo che li vezzeggia,
li compatisce, e ne alimenta ogni giorno il vittimismo, essi con un
gesto coraggioso e rivoluzionario si riprendano la libertà di scegliere
se studiare o no, sovvertendo tutti gli insopportabili luoghi comuni che
da almeno quarant'anni ci governano e ci opprimono." Paola Mastrocola
Insegnante di lettere, Paola Mastrocola ha pubblicato già numerosi romanzi e racconti, tra i quali ricordo La gallina volante, Che animale sei, La narice del coniglio. Dopo La scuola raccontata al mio cane del 2004, torna quindi con un altro saggio sulla scuola italiana, cominciando dalla sua personale esperienza di insegnante per arrivare a un'analisi generale. Un excursus dei cambiamenti che ha attraversato la scuola negli ultimi anni e delle cause del suo declino.
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