lunedì 14 marzo 2011

Togliamo il disturbo

"Ditemi se le devo ancora insegnare queste cose o no. Forse, se i ragazzi non sanno più l'italiano, vuol dire che la scuola non ha più ritenuto che fosse il caso di insegnare l'italiano. Forse tutti in Italia (o meglio, in Europa) hanno deciso questo: che non è più utile insegnare la propria lingua, e si sono dimenticati di dirlo anche a me, e allora io sono l'ultima a fare una cosa che non interessa più nessuno, e quindi è bene che smetta. Questo libro è una battaglia, perché la cultura non abbandoni la nostra vita e prima di ogni altro luogo la nostra scuola, rendendo il futuro di tutti noi un deserto. È anche un atto di accusa alla mia generazione, che ha compiuto alcune scelte disastrose e non manifesta oggi il minimo pentimento. Infine, è la mia personale preghiera ai giovani, perché scelgano loro, in prima persona, la vita che vorranno, ignorando ogni pressione, sociale e soprattutto familiare. E perché, in un mondo che li vezzeggia, li compatisce, e ne alimenta ogni giorno il vittimismo, essi con un gesto coraggioso e rivoluzionario si riprendano la libertà di scegliere se studiare o no, sovvertendo tutti gli insopportabili luoghi comuni che da almeno quarant'anni ci governano e ci opprimono." Paola Mastrocola
Insegnante di lettere, Paola Mastrocola ha pubblicato già numerosi romanzi e racconti, tra i quali ricordo La gallina volante, Che animale sei, La narice del coniglio. Dopo La scuola raccontata al mio cane del 2004, torna quindi con un altro saggio sulla scuola italiana, cominciando dalla sua personale esperienza di insegnante per arrivare a un'analisi generale. Un excursus dei cambiamenti che ha attraversato la scuola negli ultimi anni e delle cause del suo declino.
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