martedì 31 marzo 2009

E' tutta farina del sacco dell'editor!

In questi giorni è uscito per Einaudi il testo Principianti di Raymond Carver. Il libro non è una novità in senso assoluto, ma è la riedizione del testo "Di cosa parliamo quando parliamo d'amore" uscito per la prima volta nel 1981 e che segnò la consacrazione dell'autore lodato dalla New York Book Review per la capacità di ridurre le parole e la storia al minimo essenziale. Questo stile fu definito "minimalista" e appunto Carver ne venne considerato l'esponente di spicco.
Oggi con la riedizione di questo testo, che potremo definire con un termine cinematografico "director's cut", scopriamo finalmente ciò che Carver avrebbe voluto scrivere e che il suo editor, Gordon Lish, ha "fatto a pezzi" fino al risultato che uscì in libreria e che Carver cercò fino alla fine di bloccare.
E la conclusione a cui si giunge è che Carver non era un minimalista e che parte del suo successo lo deve al proprio editor che ebbe l'illuminante idea che creò un nuovo stile.
In Italia a differenza degli Stati Uniti, la possibilità per gli editor di intervenire sui testi degli autori non è così forte, eppure dagli ultimi casi letterari anche qui da noi si potrebbe pensare che ci stiano mettendo un po' più lo zampino...
In ogni caso la lettura consigliata è un parallelo dei due libri di Carver, la prima edizione e questa nuova, così da capire come un editor possa rendere, un testo normale, un libro unico.
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