mercoledì 8 aprile 2009

Per un'etica condivisa

Dopo essersi interrogato sul passato raccontando le sue memorie ne Il pane di ieri - 120.000 copie vendute e ancora oggi nelle prime posizioni della classifica di saggistica, che ha guidato da Natale fino all'inizio di marzo - il priore della comunità di Bose Enzo Bianchi torna a riflettere sul presente. E lo fa misurandosi con temi complessi e di straordinaria attualità come laicità e etica, già affrontati nel 2006 ne La differenza cristiana, un altro grande successo con all'attivo 55.000 copie vendute.
Sono "giorni cattivi" per "quanti si sono impegnati a favore del dialogo tra credenti cristiani e non cristiani, tra cattolici e laici", lo dimostrano da un lato i sempre più frequenti attacchi alla fede e dall'altro l'atteggiamento dei cattolici, inclini a svalutare il mondo laico come rappresentante, afferma Bianchi, di quel "se Dio non esiste, tutto è permesso" di dostoevskiana memoria.
Le conseguenze sono cronaca di tutti i giorni, con il tentativo dei cattolici di imporre i propri valori trasformandoli in leggi dello Stato - ultimo il caso di Eluana Englaro - e gli attacchi del mondo laico alla Chiesa. A questo atteggiamento Bianchi contrappone con decisione la costruzione di un'etica condivisa da credenti e non credenti, alla riscoperta del messaggio del Concilio Vaticano II, con le sue aperture ai laici e alla scienza, nel cui solco Giovanni Paolo II affermava: "La laicità, lungi dall'essere un luogo di scontro, è realmente l'ambito per un dialogo costruttivo, nello spirito dei valori di libertà, di uguaglianza e di fraternità".
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